Scuola integrale della Terra: un “decalogo pedagogico”

a cura di Marilena Melis e Adele Caprio.


In questi ultimi tempi si parla molto di transizione, di cambio di paradigma, per indicare quelle radicali trasformazioni che stanno interessando ogni aspetto della nostra vita: dalle scienze alla spiritualità, all’economia e alla politica, alla salute e ai nostri stili di vita… Questo avviene quando l’orizzonte culturale che segna un’intera epoca storica declina vistosamente. Sentiamo che le nostre sicurezze identitarie stanno
franando, e tutto ciò è tipico di un periodo in cui è necessario abbattere vecchi condizionamenti per costruire il “nuovo”. Ci sentiamo gravati dalla responsabilità di costruire un modello di mondo destinato a rappresentare un diverso sistema di orientamento per i tempi a venire. «Potremmo definirlo paradigma ecosofico, dal momento che indica un nuovo modo di percepire, sentire, la profonda interdipendenza che ci lega all’intero sistema di relazioni sociali ed ambientali. Questa nuova maniera di sentire e di pensare sta modificando anche il rapporto che abbiamo con noi stessi, rapporto che assumerà sempre più una prospettiva psicoecologica» (Fabio Guidi, Iniziazione alla Psicosintesi, ediz. Mediterranee, 2005, pag. 7).
La superficialità con cui è stato giustificato e propagandato il termine «ecologia» (o “filosofia verde”) con riferimento a svariate tecnologie di sfruttamento del pianeta ci impone oggi un passaggio immediato dalla teoria alla pratica, dal concetto all’azione. Ci viene richiesto, in un periodo così difficoltoso per la biosfera globale e i suoi abitanti, di riappropriaci di un’antropologia spirituale che sappia coniugare i nostri bisogni materiali e quelli interiori, a lungo rimossi e offuscati da esigenze illusorie, indotte dalla logica del profitto. Emerge invece l’esigenza di rientrare in connessione profonda con la Madre Terra e tutti i suoi ‘figli’, dal più inerte sasso a ogni forma di espressione vitale, minerale, vegetale, animale che sia.
Per anni siamo stati indottrinati da visioni dualistiche in cui l’umanità era stata incasellata e gerarchizzata in individui e gruppi sociali buoni o cattivi, belli o brutti, “avanzati” e luminosi o “arretrati” e oscuri… È nostro compito superare le dicotomie riduzionistiche, evolvere su altri piani, ritrovare principi (validi per tutti) di convivenza pacifica delle diversità. I modelli di coevoluzione degli esseri viventi non sono stati del tutto dimenticati e mostrano, oggi più che mai, il loro valore. Visioni interculturali, sistemiche
e globali dell’esistenza fuoriescono necessariamente dall’antropocentrismo che ci ha portati sull’orlo del baratro e ci fanno ritrovare un’antica saggezza biocentrica. Sta a noi lasciare ai nostri bambini almeno la nostra esperienza, affinché loro possano ricostruire ciò che è stato calpestato e in parte distrutto.


La nostra proposta in dieci punti:

  1. Crea e utilizza energia pulita; ricicla, per sussistere nel quotidiano, i beni naturali in economia locale.
  2. Usa il tuo talento, il tuo amore, le tue passioni, vivendo in presenza.
  3. Ogni occasione può creare abbondanza e quindi apprendimento. Usciamo dalla nostra zona di comfort e mettiamoci in gioco grazie all’uso del nostro pensiero divergente.
  4. Prestando attenzione al nostro sé profondo, evitiamo di cadere nell’apatia, nella paura, nei comportamenti compulsivi che depauperano le nostre risorse.
  5. Agevoliamo la transizione passando da un uso inconsapevole del denaro ad un’economia locale dello scambio e del dono.
  6. Periodiche immersioni in luoghi ancora selvaggi e non manipolati ci permettono di riappropriarci del silenzio, entrando in profonda connessione con le nostre risorse ancestrali.
  7. Rispetto della biocentricità della vita, riduzione del consumo della carne, dello spreco dell’acqua, dell’abuso di farmaci, facendo maggiore focus sulla prevenzione primaria.
  8. Difesa del bambino interiore e del gioco. Elogio dell’ozio, recuperando gli spazi aperti e la socialità in strada.
  9. Il gioco non è il giocattolo! Meno giocattoli preconfezionati, più giochi in autocostruzione, meno ore solitarie davanti ai media, più tempo con i pari.
  10. Non siamo robot, siamo umani.

Spreca i tuoi soldi e avrai perso un patrimonio. Spreca il tuo tempo e avrai perso la tua vita. Michael LeBoeuf